FLASHBACK

 

Qualche anno fa.

New York è una città caotica. Un caos a cui però i suoi abitanti sono abituati: lo erano da molto prima che strani esseri in costume iniziassero a solcare i cieli, da molto prima che colorate battaglie avvenissero in mezzo alla strada. Però coloro che vengono da fuori rimangono spesso spiazzati da questo caos: quando poi è uno straniero, lo smarrimento aumenta a dismisura.
Nel nostro caso una persona di nazionalità francese si sta aggirando con atteggiamento furtivo in una grande strada di Manhattan quando all’improvviso risuona un allarme e lui, per riflesso condizionato, si ritrae all’indietro. Ma l’allarme non è per lui, bensì per i loschi figuri che stanno in questo momento uscendo da una banca, pieni di sacchi di soldi. Poco davanti a loro, ad aspettarli, ci sono un automobile ed un guidatore. Non giungeranno mai a destinazione.
Improvvisamente dai tetti cala una figura, una figura di colore bianco. Nessuno dei rapinatori la conosce, ma sanno di doverla temere. E rispettare. Dunque gli sparano contro, suscitando l’apprensione dell’eroe, il quale teme che un innocente passante possa venir coinvolto. Deve agire al più presto. Con pochi ed agili balzi stende due rapinatori, dimezzando la loro forza. Gli altri due, avventatamente, provano ad attaccarlo ma vanno incontro ai suoi pugni. Il guidatore dell’auto allora fugge, premendo a tavoletta sull’acceleratore, ma scopre di non potersi muovere di nemmeno un centimetro. Il motivo? Una ragnatela appiccicata al suo tubo di scappamento!
La Tigre Bianca, perciò, ha facile gioco nell’estrarlo fuori dal mezzo e metterlo ko prima che estragga un’arma.
“Ottimo lavoro, He… amico mio” gli si avvicina l’Uomo Ragno.
“Puoi anche pronunciare il mio nome, hombre” ribatte l’eroe “Non è più un segreto da quando Lightmaster mi ha smascherato”.
“Già, come te la passi? Non ti vedevo da quando mi hai aiutato a sconfiggere Carrion. Che incubo quell’esperienza”.
“Ogni volta c’è una tempesta in famiglia quando esco col mio costume. Soprattutto mia sorella Awilda, non vede di buon occhio questa mia seconda vita”.
“Sai, forse dovresti prestarle ascolto. Qui sei troppo esposto: trasferisciti con lei in un’altra città, dove il nome di Hector Ayala è solo uno dei tanti, dove poter condurre una vita normale e confonderti tra la folla”.
“A volte ci penso, ma poi lascio perdere. Essere la Tigre Bianca… mi procura straordinarie sensazioni, è come se il costume e gli amuleti facessero parte della mia personalità”.
“Sì, ti capisco. Ti capisco davvero”.
Giungono le forze dell’ordine, che portano via i rapinatori. Prima che l’Uomo Ragno si allontani, però, qualcosa lo spinge a voltarsi. Nota il francese, gli sembra di averlo già visto, poi scuote la testa ed in breve con la sua ragnatela è già lontano.
“Per fortuna non mi ha riconosciuto” pensa l’uomo “Non mi ha mai visto senza costume”.
Torna così a camminare, stavolta in modo più disinvolto, fino a giungere in un vicolo fiocamente illuminato. Qui entra in un edificio fatiscente e scende per delle scale fino ad arrivare ad un livello sotterraneo dell’abitazione, un livello noto a pochi eletti.
Come entra in una grande sala, un riflettore si accende e lo acceca momentaneamente. Mentre l’uomo si copre gli occhi con le mani, una voce davanti a lui parla.
“Finalmente è arrivato”.
“Sono stato trattenuto lungo la strada”.
“L’importante è che non sia stato seguito. Se lo ricordi molto bene, il Maggia raramente concede una seconda possibilità. E lei ha già avuto modo di illuderci”.
“Era impossibile prevedere l’interferenza dell’Uomo Ragno e di quel tizio dal costume bianco”.
“In ogni caso… tra un paio di settimane arriverà un prezioso carico di armi. Lei deve assicurarsi che giunga a destinazione”.
“Ce la farò. Stavolta Cyclone non vi deluderà”.

Empire State University. Alcuni giorni dopo.

“Ehi, sporco ispanico, ancora ti aggiri per il campus dopo esserti mostrato per quello che sei?”.
“Ragazzi, lasciatemi in pace” esorta Hector Ayala “Non è il momento giusto”.
“E se noi non volessimo?”.
“Diciamo allora” interviene un’altra persona “Che in quel caso il mio amico non sarebbe da solo”.
I bulli osservano il nuovo arrivato per qualche istante, poi fanno marcia indietro.
“Grazie per l’aiuto, Peter, ma potevo cavarmela da solo”.
“Lo so, Hector, ma sempre meglio prevenire che curare, come dice il famoso spot”.
“Comunque loro non sono i soli. Tutti mi guardano in modo strano, anche quelli con cui prima parlavo senza problemi. Sto seriamente pensando di trasferirmi… però mi mancano i soldi per farlo”.
“Mi piacerebbe poterti aiutare, ma anch’io sono perennemente in bolletta”.
In quel momento arriva Flash Thompson, un ex rivale di Peter che si è in seguito rivelato un insospettabile e fidato amico.
“Ehi, Flash” lo saluta Peter “Hai finalmente deciso di iscriverti all’università?”.
“Forse un giorno, chissà. Piuttosto sono qui per darti un’altra notizia. Ti ricordi di Melvin?”.
“Melvin?”.
“Melvin Harvey”.
Sì, adesso questo nome ricorda qualcosa a Peter Parker. Uno dei tanti ragazzi che lo tormentava, quando era un’altra persona, quando non era l’Uomo Ragno. Poi ha battuto Flash in un incontro di pugilato… e nessuno ha più avuto il coraggio di fargli dei dispetti. “Gli è successo qualcosa?”.
“A quanto pare si è dato al crimine” risponde Flash.
Perché questa cosa non lo stupisce? Melvin spacciava cocaina al liceo ed alla fine è stato scoperto ed espulso.
“Liz mi ha detto che è già stato arrestato un paio di volte” continua Flash “Di solito bazzica la zona del Molo 21. Peccato, allora, non potrà partecipare alla nostra rimpatriata”.
“Rimpatriata?”.
“Ma sì, Peter, perché non ricordare i bei giorni di quando andavamo al liceo con una bella cena e quattro chiacchiere?”.
“Perché ho come l’impressione che questa sarà solo la prima di molte?”.
“Perché forse la nostra amicizia è più salda delle altre”.
Solo in quel momento Peter Parker si accorge che Hector Ayala è sgattaiolato via. Non è una festa di cui possa far parte, non c’è gruppo di cui si senta davvero parte.

Casa Ayala, due giorni dopo.

“Vuoi ancora uscire con quel costume?” chiede Awilda Ayala.
“Mi hai posto questa domanda mille volte, mi hermana” risponde Hector “La risposta è sempre stata la stessa e non cambia nemmeno stavolta”.
“Ma pensa anche a noi, Hector. La gente del quartiere inizia a guardarci in modo strano, ci addita come se fossimo dei mostri”.
“E’ un loro problema, non mi tocca affatto”.
“No, fratello, ti sbagli: è anche un nostro problema. Io non ce la faccio più a vivere in questo modo, Hector, devi aiutarmi ad uscire da questo stato. Se no crollerei e questo sarebbe un dramma per una famiglia come la nostra”.
“Ti vedo tesa, Awilda”.
“No, non sono tesa. Sono affranta. Affranta perché mio fratello non vuole prestarmi ascolto e le parole che gli dico non sono dettate dalla rabbia”.
“Questo costume è parte di me”.
“A volte però occorre saper rinunciare a qualcosa di importante per poter andare avanti”.

Empire State University. Il giorno dopo.

“Hector, ehi Hector!”.
“Ciao, Peter”.
“Dico, sei stato un fantasma in questi giorni, non sono riuscito a trovarti”.
“Ho avuto molto da studiare”.
“Comunque finalmente ti ho trovato e ne approfitto per invitare anche te al party che ha organizzato Flash Thompson”.
“Ma… ma io non ho frequentato il vostro liceo”.
“E allora? Sai quanti estranei ci saranno a quella festa? Uno in più non farà differenza. E poi hai bisogno di muoverti, di vedere della gente. Non accetto un no come risposta”.
Hector Ayala annuisce. “D’accordo, Peter, visto che ci tieni così tanto…”.
“Vedrai che non te ne pentirai”.

Casa di Flash Thompson. Una settimana dopo.

Una bottiglia di champagne stappata ad un'ora decisamente prematura dà il via alle danze. “Voglio che non ne resti nemmeno un goccio!” proclama il padrone di casa.
Una raccomandazione che non ha quasi bisogno di essere fatta dal momento che gli invitati sono più che lieti di svuotare questa ed altre successive bottiglie.
“Tu non bevi, Peter, come al solito” dice Liz Allen.
“Ehi, non vuol affatto dire che non mi stia divertendo” ribatte lui “Non… non vedo Mary Jane”.
“E’ rimasta bloccata per altri impegni. Ah, vedo che il suo ricordo ti suscita ancora belle sensazioni”.
“Devi capire… mi è rimasta accanto nel mio momento più tragico, dopo la morte di Gwen. Ed io ho scoperto… di stare bene accanto a lei, vorrei starle accanto per tutta la vita. Solo che lei a volte sembra così frivola”.
“Io la vedo come una facciata, una maschera per nascondere qualcos’altro: è sempre molto riservata sul suo passato. Però non ti disperare, Peter, un giorno vedrai coronato il tuo sogno d’amore come è successo a me e Harry”.
“Se accade un tale miracolo… giuro che vorrò Flash come testimone. Illusione per illusione”.
“Secondo me l’illusione diverrà un giorno realtà” sorride Liz.
Tra i numerosi festanti, solo uno si tiene in disparte, sul terrazzo, sorseggiando il suo bicchiere di champagne. Osserva la città che si stende davanti a lui, come a volerne carpire i segreti. E’ così intento che non nota l’avvicinarsi di una persona.
“Hector, vieni dentro, così ti perdi tutto il divertimento” dice Peter Parker.
“Oh, mi sto divertendo, amigo” ribatte lui “Solo che a volte ho bisogno dei miei momenti di solitudine. Osservavo bene questa città, visto che tra non molto potrei essere costretto a trasferirmi”.
“Dunque è così?”.
“Sì, le sfuriate di mia sorella Awilda non erano dettate solo dall’ira, c’era una buona motivazione di fondo. Ha ragione, Peter, il fatto che io sia la Tigre Bianca mette in pericolo lei e la mia famiglia, soprattutto in questa città. Dunque quando tornerò a casa le dirò che smetto di indossare il costume. Poi ci prepareremo ad un nuovo, incerto futuro”.
“Non sarà affatto incerto” afferma Peter “Con la tua determinazione…”.
Il ragazzo non riesce a completare la frase perché poco dopo si ode una tremenda esplosione: è avvenuta ad alcuni chilometri di distanza, ma è stata comunque chiaramente udibile. Pochi secondi dopo una cortina di fumo bianco si alza nel cielo e squarcia l’oscurità della notte, mentre gli invitati al party si accalcano sul terrazzo per ammirare lo spettacolo.
“L’esplosione è avvenuta nella zona del porto” dice Hector Ayala “Vado ad indagare. L’ultima mia impresa come Tigre Bianca”. E sgattaiola via.
“Hector, aspetta” lo richiama Flash Thompson “Sei sicuro di… Ah, è già andato via. Ha davvero l’adrenalina in corpo quel tipo, vero Peter? Peter?”.

Molo 21. Pochi minuti prima.

Una cortina di nebbia circonda la zona e gela ancor di più l’atmosfera circostante. Un freddo che Cyclone non sente: è tutto teso per portare a termine la missione che gli è stata affidata. Una missione apparentemente facile, ma in un mestiere come questo gli imprevisti sono all’ordine del giorno.
Improvvisamente dalla nebbia emerge una imbarcazione, che procede silenziosamente nelle acque ed approda altrettanto silenziosamente. Cyclone e gli uomini del Maggia vanno a scaricare le armi, poi l’imbarcazione torna a solcare i mari. Tra questi uomini c’è Melvin, l’ex amico di Peter Parker che ha intrapreso una brutta strada. Non sarà l’unico, purtroppo.
Dicevamo però che a volte ci sono degli imprevisti. In questo caso si tratta di una giovane guardia portuale appena assunta, desiderosa di fare bella figura e dunque teso ad ascoltare ogni rumore sospetto. L’attività che si stava verificando al Molo 21 lo ha insospettito ed è andato a controllare. E nel vedere questo pericoloso dispiegamento di uomini ha fatto l’unica cosa che poteva fare. Ha estratto la sua pistola.
“Fermi, polizia! Mani in alto bene in vista!”.
Ma qui non si è all’Accademia. Gli uomini del Maggia estraggono a loro volta le loro pistole ed iniziano a far fuoco, costringendo il giovane agente a ripararsi dietro una cassa.
“Attenti!” raccomanda Cyclone “Un colpo vagante potrebbe…”.
Suggerimento ottimo, tempismo pessimo. Alcuni proiettili sparati dall’agente vanno infatti a penetrare dentro una delle casse scaricate. Ed a contatto con le armi al suo interno genera una considerevole esplosione, che scaraventa via alcuni criminali. Gli altri però non demordono e continuano a fare fuoco, ignorando le fiamme alle loro spalle.
Un paio di minuti dopo, però, giunge sul posto la Tigre Bianca, che subito semina il panico tra le fila del Maggia. Un paio non riescono nemmeno a reagire e vengono subito messi ko. Gli altri, sapendo di aver molto da perdere, ritrovano coraggio e cominciano a sparare contro l’eroe. Subito dopo, tuttavia, arriva anche l’Uomo Ragno e per i criminali non c’è praticamente storia. In un minuto scarso sono tutti al tappeto. L’ultimo ad arrendersi è Melvin: l’Uomo Ragno prova quasi pena per lui.
Ed è mentre Peter Parker e Hector Ayala stanno per festeggiare la vittoria che accade l’irreparabile: contro di loro viene direzionato un vento fortissimo, a cui non sono in grado di resistere e che fa perdere loro i sensi. A dire il vero il senso di ragno aveva avvertito Peter del pericolo, ma l'attacco è stato così immediato e spietato che l'eroe non ha avuto il tempo di organizzare una difesa o di lanciare una ragnatela.
“Sì, mes amis” dice Cyclone “Il Maggia ha anche ramificazioni internazionali ed io potrò riscattarmi dai miei precedenti fallimenti uccidendovi”.

Casa Ayala.

Arrivano improvvise, inaspettate. Urla di paura, di dolore. Awilda Ayala si risveglia in preda al sudore e, tremante, scende dal suo letto. Il telefono più vicino è nella sala da pranzo, riuscirà a raggiungerlo? Vorrebbe tanto che Hector le fosse accanto ora.

Molo 21.

I migliori piani criminali a volte non prevedono delle piccole carenze e questo causa la loro disfatta. Nel caso di Cyclone è stato l’essersi scordato della guardia portuale: costui capisce subito la situazione e, prendendo bene la mira, ferisce il criminale alla spalla sinistra. Mentre Cyclone indietreggia, la Tigre Bianca riprende i sensi e balza contro di lui sferrandogli un pugno. Cyclone prova ad evocare un altro vento ed allora Hector Ayala gli strappa il congegno presente nel suo costume, rendendolo totalmente impotente. Da lì metterlo al tappeto è un gioco da ragazzi.
“Uhn, bel lavoro ragazzo” commenta l’Uomo Ragno rialzandosi “Potevi lasciarmi un po’ di divertimento, però”.
“Non ce l’avrei fatta senza l’intervento di quella guardia. Come si chiama?”.
“P… Pratt” balbetta lui “Sono l’agente Pratt”.
“Molto bene, agente Pratt” lo incoraggia Peter Parker “Sono sicuro che farà carriera e che sentiremo ancora parlare di lei”.
In quel mentre si odono le sirene della polizia.
“Arrivano i rinforzi” dice la Tigre Bianca “E per me è giunto il momento di andare via”.
“Per sempre?” chiede l’Uomo Ragno con un filo di delusione.
“Almeno fino al nostro prossimo incontro”.
“In ogni caso mi mancherai, Hector. Chiunque vorrebbe averti come alleato”.
“Hasta la vista, hombre” dice l’eroe allontanandosi. “Sto tornando a casa, Awilda” pensa “Stiamo per cominciare insieme una nuova vita”.

Casa Ayala.

Tutto intorno a lei c’è solamente il buio, ma lei conosce questi corridoi come le sue tasche e cammina con sicurezza. Le grida sono cessate ora, ma è certa di averle sentite, non era un incubo: deve arrivare al telefono. Scende le scale in silenzio, non incontrando nessuno, e la speranza inizia a nascere nel suo cuore.
Ecco, finalmente è in sala pranzo. Il telefono è lì a pochi passi, deve solo allungare la mano e…
Improvvisamente qualcuno accende la luce, che la ferisce agli occhi costringendola a ripararsi. Non prova ancora paura. Finalmente allontana le mani dal volto e vede davanti a sé un uomo dallo sguardo di ghiaccio, con una mazza ferrata al posto della mano destra.
“Tuo fratello non è in casa?” afferma con malignità Gideon Mace.
Il grido di Awilda Ayala è l’ultima cosa che questa donna pronuncia in questa vita.

FINE

PROSSIMAMENTE

Una maledizione ed un killer invisibile

Note dell'Autore: Questa storia si colloca poco prima del nr. 52 della prima serie di SPECTACULAR SPIDER-MAN e, a quanto ricordo, la sua edizione più recente è su Uomo Ragno Classic 75. In esso si vedeva la Tigre Bianca ferito a morte da Gideon Mace, che in seguito decideva di ritirarsi dalle scene supereroistiche (poi se non ricordo male in Marvel è tornato solo per essere ucciso). Ovviamente non ho scritto questo flashback solo per dimostrare quanto conosco bene la continuity (avrò fatto centinaia di errori), ma perchè il tutto ha un suo preciso collocamento nella saga che state leggendo. E non sarà l'unico flashback che vedrete.
E ricordate, da noi Hector Ayala è ancora vivo... almeno per ora.